Il Temporary Manager è un manager di alto livello che gestisce un’impresa o parti di essa per un periodo di tempo limitato, con l’obiettivo di risolvere problemi gravi e contingenti, di ristabilire l’equilibrio economico-finanziario e di porre le basi per lo sviluppo futuro. Di fatto, il Temporary Manager copre le temporanee carenze di management nelle aziende.

Il T-Manager NON è:

  • Un Consulente
  • Un Dirigente a fine carriera
  • Un ex-Manager in cerca di altro impiego

Quello del Temporary Manager è un’attività diversa da quello della semplice consulenza aziendale che richiede esclusivamente la necessità di dare buoni consigli. Il TM, invece, prende decisioni direttamente, previa delega della proprietà e/o della governance aziendale, e le pone in essere.

Per l’assunzione delle proprie responsabilità e per mettere in atto il proprio operato, il Temporary Manager in azienda può essere temporaneamente inserito come:

  • Membro del Consiglio di Amministrazione;
  • Direttore;
  • Procuratore;

Potremmo sintetizzare che il Temporary Manager interviene in azienda in caso di “crisi”, parola alla quale, di solito, viene data una accezione negativa ma che etimologicamente dal greco significa “evoluzione, cambiamento”. Il TM è il professionista ideale per “gestire le evoluzioni” aziendali, sia esse derivanti da eventi positivi (crescita, espansione in altri mercati, diversificazione, ecc.), sia negativi (turnaround, cambi generazionali, default finanziari, integrazione di personale apicale, ecc.).

Mentre in altri Paesi europei (come la Germania e l’Inghilterra), il mercato dell’Interim Management (accezione madre americana della figura del Temporary Manager) è letteralmente esploso, con la nascita e la diversificazione di numerose società di lavoro interinale o di executive research, in Italia la situazione fino a pochi tempo fa arrancava a decollare.

Chi supera la crisi supera se stesso senza essere “superato”. A. Einstein 1930

In Italia, la figura del Temporary Manager ha subito una maggiore diffusione grazie anche alle leggi sulla flessibilità del lavoro, che ora permettono alle aziende di “affittare” risorse di alto livello, con contratti adeguati, a tempo, senza gravare sui costi fissi nel lungo periodo.

Nello scenario attuale, che caratterizza i mercati globali, sempre più competitivi e soggetti a veloci processi di cambiamento, le aziende necessitano di forti competenze, mirate e di natura operativa, che si integrino subito nella struttura aziendale, apportando visione strategica e di sviluppo, supportando la proprietà nelle scelte più rilevanti.

Rispetto ad un classico consulente, il Temporary Manager si differenzia perché durante il suo intervento in azienda, ne diventa parte integrante. Quindi non è un “corpo estraneo” che si limita a consigliare, ma vive la realtà quotidiana aziendale, relazionandosi con tutti gli stakeholder (clienti, fornitori, banche, consulenti, dipendenti, proprietà, ecc.). Non consiglia ma fa!

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Il Temporary Manager di solito è “sovradimensionato” rispetto all’incarico, quindi dovrebbe già essere stato Direttore Generale o Amministratore Delegato, perché solo così può avere quella seniority e visione d’insieme dell’organizzazione che gli consente di intervenire in maniera consapevole e mirata.

Il Temporary Manager non viene “rigettato” dall’organizzazione in quanto è di passaggio, non compete con le gerarchie aziendali, valorizza le skills dei singoli creando nuove opportunità, sa comunicare ai vari livelli aziendali, non si rende indispensabile perché lavora per trasferire competenze manageriali.

Il Temporary Manager è un “problem solver”, possiede una spiccata professionalità, una forte attitudine alla comunicazione, è determinato nel raggiungimento degli obiettivi prefissati, è un leader di natura, ragiona da project manager, trae motivazione dalle sfide professionali e, soprattutto, non ama la routine!